Il mio 2014: di tutto un po'(st)!

Photo Credit: amphalon via Compfight cc

Visto che l'avevo fatto già l'anno scorso, ed è un peccato interrompere le tradizioni sul nascere, ecco qui un bel post-riassuntone del 2014 di questo blog (più annessi&connessi), che magari qualcuno si è perso qualcosa nel frattempo! Per fortuna che ci sono io che vi penso sempre!

Innanzitutto: chi ha seguito il blog avrà notato che il 2014 è stato un anno dominato dagli "Stati d'amore", che finalmente sono arrivati alla loro conclusione e che presto prestissimo diventeranno un libro!
Ma non ci sono stati solo quelli. Gennaio - ad esempio - si è aperto con gli insegnamenti di vita che mi sono stati regalati da un maglione peruviano, che insomma, alla fine i maglioni di lana (forse addirittura di alpaca) pizzicano o non pizzicano? Boh! La certezza è che il mese si sia chiuso con la storiella 145# Calzino.

A febbraio, è stato un mese di regali: per il mio compleanno - dopo aver visto "Il curioso caso di Benjamin Button" e aver fatto conoscenza col Capitano Mike Clark, mi sono regalato un nuovo punto di vista sulle cose che faccio, le idee, i progetti e le opere che porto avanti: "Ora, se vorranno strapparmi la mia arte, dovranno venire a scuoiarmi."
E un altro regalo l'ho fatto ai lettori di questo blog col Manifesto dell'Amore Vero! La raccolta delle 10 migliori storielle (uscite fino ad allora) votate dai lettori.


Storielle, storielle, storielle e ancora storielle lungo tutto l'anno, tradotte e pubblicate anche in friulano sul sito Contecurte. Comunque potete andare a recuperarle tutte (in italiano) qui.

Sì, a guardarlo adesso il 2014 è stato un anno pieno zeppo di storie!
A marzo mi sono interrogato molto su un tema ricorrente del meccanismo delle storie, quello della memoria; e l'ho fatto come un bambino in un girotondo impegnato a raccontare ricordi inutili.
Una bella storia me l'ha raccontata un oggetto antico, questo quaderno appartenuto a mio nonno, che ho fatto parlare in questo post.
Tutte storie vere, come il racconto breve "Oh, Signore, tu sai cosa è meglio per lui" pubblicato appena a dicembre in cui la fede in Dio si scontra con la Realtà generando assurdità.

Mentre le storielle d'amore proseguivano e si superava quota 200, iniziavo a dedicarmi anche ad un'altra storia che spero di portare a termine nel 2015: "Baldùs", la vicenda dell'ultimo condannato a morte in Friuli, nel 1839. Angelo Balduzzo (Baldùs) era un giovane disperato della mia cittadina che accoltellò e uccise il sacerdote Giovanni Bianchi; ho condotto alcune ricerche storiche a riguardo e accumulato diverso materiale che adesso vorrei far diventare "qualcosa". Insomma, all'opera!

E a proposito di storie, non posso dimenticare che il 2014 è stato l'anno in cui con "Pixellòve" sono arrivate un bel po' di soddisfazioni e anche qualche premi. Pixellòve è una storia piccola piccola, un'autoproduzione con dentro molto amore: una storia semplice eppure universale che parla del desiderio di sentirsi accolti e amati. Se non l'avete ancora vista, iniziate bene il 2015 vedendola!

Credo molto nelle storie e sono contento che il 2014 sia stato attraversato da tante di esse: perché dietro ad ogni storia c'è una persona, ci sono i suoi valori, le sue speranze, i suoi sogni. E tante storie significano tante persone, tante persone sono una comunità, le comunità sono la forza delle persone. E' solo raccontandoci l'un l'altro, senza paure e con grande fiducia, che possiamo conoscerci meglio, stabilire legami più forti e profondi, costruire il futuro.
Si raccontava, semplicemente, perché ognuno aveva qualcosa da raccontare, nessuna vicenda della vita era insignificante per gli altri. C'era anche chi sapeva inventare e creare vicende impossibili, chi aveva la capacità di trasfigurare la realtà o di caricaturarla, chi sapeva tratteggiare con una sola parola pregi e difetti di ciascuno, chi condiva le sue prole con una sapienza che pareva d'altri tempo e d'altri luoghi. Si raccontava e, nel raccontare, le nostre vite trovavano uno spazio più largo, un respiro più ampio, meno asfittico: davvero ci si divertiva insieme, senza artifizi né strumenti, semplicemente stando insieme. (Enzo Bianchi, Il pane di ieri, Einaudi, Torino 2008)
E il 2015? Sarà l'anno in cui finirà questa crisi? (ma poi può davvero davvero finire?)


Bisogna pensare a qualche buon proposito... mumble, mumble... Io vorrei... Ecco, vorrei diventare un narrattore, un narratore che è anche attore... Insomma, ancora tante storie anche nel 2015!! Buona fine e buon principio!


P.S. Ah, mi è scappata anche qualche poesia in questo 2014! A me piacciono molto queste due: Cosa manca a noi e Quindi è l'ultima volta che ci sentiamo?

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